Fondi speciali
Il Fondo Comunale rappresenta un nucleo eterogeneo di collezioni entrate a far parte del patrimonio pubblico di Piacenza, attraverso l’acquisizione di biblioteche provenienti da enti ecclesiastici e privati.
All’interno del Fondo si trova la biblioteca dei Gesuiti, espulsi dal Ducato nel 1768, che costituì la primissima base del patrimonio della neonata Biblioteca Reale, oggi Biblioteca comunale Passerini-Landi, con circa 5mila volumi in prevalenza di argomento religioso, ma non solo.
Nel 1799 giunsero alla Biblioteca i testi appartenenti alla libreria del soppresso Convento di S. Agostino, mentre altre numerose soppressioni di corporazioni ecclesiastiche resero possibile l’acquisizione, negli anni 1810-1811, di varie librerie claustrali per un totale approssimativo di 7.000 volumi.
Il lascito di Luigi Ghizzoni con libri di argomento medico entrò nel patrimonio comunale nel 1821, a cui seguirono, tra i più importanti, il Fondo Illica, con volumi, manoscritti dei suoi libretti e la corrispondenza con i musicisti più famosi dell’epoca e il Fondo Genocchi con manoscritti, lettere dei più celebri matematici del suo tempo e opere di matematica.
Il fondo Passerini racchiude la biblioteca del conte Pier Francesco Passerini, ecclesiastico piacentino vissuto nel Seicento, il cui patrimonio andò in eredità al Collegio dei Teologi solo nel 1781 con l’estinzione della famiglia. Nel 1784 la risoluzione del Duca Ferdinando di Borbone di una controversia con gli eredi, stabilì che la Pubblica Libreria Passerini dovesse essere collocata nella Real Casa di San Pietro, dove già esisteva la Biblioteca Reale, con il proposito di unire i due patrimoni, nel momento in cui il bibliotecario Poggiali avesse cessato l’incarico, cosa che avvenne nel 1787.
Per ospitare il cospicuo fondo del Conte Passerini furono progettate e realizzate le scaffalature in legno di noce che ancora oggi arredano il salone monumentale.
L’8 luglio 1791 avvenne l’inaugurazione della nuova Biblioteca, nata dalla fusione dei due patrimoni.
Il lascito di Bernardo Pallastrelli, donato alla Biblioteca nel 1877, confluisce con i suoi volumi e manoscritti riguardanti prevalentemente la storia di Piacenza nel cosiddetto Fondo Comunale.
Nel lascito Pallastrelli si trovano manoscritti e materiali raccolti dagli storici Pier Maria Campi e Cristoforo Poggiali e da altri celebri autori piacentini. Racchiude in sé, inoltre, la biblioteca di monsignor Vincenzo Benedetto Bissi, anch’egli studioso locale.
Tra i pezzi più importanti di questo fondo si ricordano il Necrologio di San Savino, numerosi documenti medievali sui monasteri piacentini, gli Statuti della città e delle corporazioni, la Descrizione della Diocesi di Piacenza di Alessandro Bolzoni, celebre cartografo piacentino, manoscritti quattrocenteschi, tra cui quelli di Antonio Cornazzano, scrittore e poeta quattrocentesco, e le lettere del religioso Antonio Costa sugli scavi veleiati.
Il lascito Landi è il più importante per la quantità e la qualità dei volumi donati, entrato a far parte delle collezioni comunali nel 1872. I volumi a stampa sono 50mila, tra cui un migliaio di incunaboli e quasi 5mila cinquecentine e 200 manoscritti. La natura collezionistica che contraddistingue questo patrimonio, permette di avere pezzi pregiatissimi comprati singolarmente dal marchese Ferdinando Landi su consiglio di esperti bibliografi ma anche raccolte precostituite acquistate in lotti.
Sicuramente il volume più celebre della collezione è la Commedia di Dante del 1336, il più antico a data certa del poema dantesco.
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fondi specialiIl Centro Etnografico Provinciale è stato acquisito nel 2006 dalla Biblioteca comunale di Piacenza, a seguito di un accordo tra il Comune di Piacenza e la Provincia di Piacenza.
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fondi specialiI fondi Del Boca e Merli sono collocati presso l'Istituto di Storia Contemporanea di Piacenza.
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fondi specialiIl fondo MacKay è il prezioso contributo alla città di Piacenza, donato dal Prof. Charles MacKay alla Biblioteca comunale Passerini-Landi nel 2019. Vanta circa 8.000 volumi ed è tuttora in fare di catalogazione.
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fondi specialiL'archivio Attilio Rapetti fu acquisito dalla Biblioteca alla metà degli anni Sessanta e comprende sia lo Schedario vero e proprio che la biblioteca dello studioso, per la maggior parte composta di libri riguardanti Piacenza. La fisionomia documentaria caratterizza lo schedario Rapetti come archivio di ricerca, con una forte e specifica vocazione nel settore della storia locale, in grado di offrire una originale ed articolata documentazione della storia e della cultura di Piacenza nei vari secoli e nel secolo XIX in particolare.