Una vita in biblioteca
Ricordo che vi portavo spesso in biblioteca quando eravate piccole. Era un modo per non tenervi sempre davanti alla televisione ma anche, per me, per non sentirmi sola e uscire di casa stando in un ambiente tranquillo, silenzioso ma con intorno altre persone.
Dicevamo: “andiamo alla Giana dei piccoli?” ed eravamo contente, quasi come se fossimo andate alla casa di una nonna.
Quando entravamo, ci sentivamo avvolgere dalla piacevole sicurezza di trascorrere qualche ora immersi in un mondo a parte, fatto di racconti, avventure, immagini, sogni.
Quel mondo ce lo potevamo anche portare in prestito a casa e quei momenti si prolungavano cosi’ anche la sera, prima di andare a letto.
Dai libri letti da me, siamo passati ai libri letti da voi, in cui letteralmente “divoravate” i vostri titoli preferiti e io pensavo alla fortuna di poter prendere a prestito tanti libri senza comprarli.
Poi e’ arrivato il periodo in cui non volevate piu’ leggere. Che dispiacere che avevo, ma rispettavo quel momento sperando che sarebbe passato.
Infine, avete cominciato a venire in biblioteca da sole, per studiare e incontrare amici alla “Passerini” e un giorno mi avete mandato la foto di voi due nella biblioteca dei piccoli, la “Giana Anguissola”, con in mano quel libro “Lava, strofina e spazzola” che abbiamo letto e guardato migliaia di volte quando eravate piccole e li’ ho capito che un seme puo’ anche metterci tanto tempo a crescere ma, avendo pazienza, puo’ diventare un fiore eterno.
Racconto secondo classificato per la Sezione Adulti
Contest di scrittura Storie di Biblioteca