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Storia del volume rubato

di Giuseppa Dello Iacovo

Giugno 2018

Mario stava guardando un film quando squillò il cellulare, era Luigi: 

 “Ciao Mario, scusa l’orario, hai ascoltato il telegiornale?”

“Ma non eri partito?

“Sono a Roma e stavo cenando quando ho sentito la notizia sul ritrovamento del volume del 1750 scomparso sessant’anni fa.”

“Noo! Parli proprio di quel libro?”

“Si”, è stato ritrovato dal Nucleo dei Carabinieri di Udine”.

“Ma come hanno fatto?”

“Il volume è stato messo in vendita sul Marketplace di Facebook da un antiquario aretino ed acquistato da una persona di Maniago, i due ora sono indagati”.

“Dobbiamo informare Giò. Doveva partire per andare dalla figlia a Milano”.

“La chiamerò io”. Rispose Mario.

Giovanna era in cucina a chiacchierare con Chiara quando sentì suonare il cellulare. 

“Mario, che sorpresa a quest’ora!”

“Scusa l’orario Giò, ma devo darti una bellissima notizia”.

“Davvero?”.

“È stato ritrovato il volume del 1750”.

In un attimo il viso di Giò si illuminò e con la mente ripercorse quanto era successo 60 anni prima.

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Giò, Mario e Luigi erano seduti al bar e Giò interruppe il silenzio: 

“Avete saputo della notizia di cui tutti i giornali parlano?” 

“No”, risposero entrambi.

“La nostra biblioteca del convento di Sant’Antonio verrà trasferita a Firenze”.

I ragazzi non sembravano interessati, ma Giò insistette.

“Nella biblioteca c’è un volume molto importante scritto da un fisico tedesco verso la metà del 1700, Johann Cohausen, che oltre ad insegnare come vivere fino a 150 anni contiene il metodo per prolungare la vita e il vigore”.

“Ebbene?”

“Il fatto è che spostando la biblioteca si priverebbe Viareggio del turismo interessato al prezioso volume”.

Mario disse:

“Hai ragione, ma cosa possiamo fare?” 

Potremmo per esempio rubare il libro e poi restituirlo al Comune con una lettera anonima in cui precisiamo il motivo del gesto”.

“Come se fosse facile, senza considerare che alcuni di essi sono chiusi a chiave”. 

Precisò Luigi.

“Cerchiamo di trovare una soluzione.”

replicò Giò, felice di aver scatenato l’interesse dei ragazzi e li salutò:

“Domani ci incontriamo qui alla stessa ora per parlarne.

Il giorno dopo erano al bar ognuno con un piano.

Quello di Luigi sembrava il migliore ed iniziarono a studiare i punti salienti:

“capire se la biblioteca rimane incustodita durante il cambio di guardia, dove sono le chiavi, distrarre il guardiano durante l’operazione di recupero del volume e nasconderlo in uno zaino”.

Mario che conosceva molto bene uno dei guardiani della biblioteca, gli si avvicinò e disse: 

“Ciao Claudio ho saputo del trasferimento della biblioteca”.

“Si, sono molto dispiaciuto, sono anni che svolgo questa attività”.

“Per fortuna non ti manca molto alla pensione”.

Mario girandosi notò il volume e disse:

“Alcuni libri sono inaccessibili di sicuro le chiavi sono ben custodite”.

Claudio conosceva bene il ragazzo e non ebbe dubbi a parlare.

“Certo, sono appese dietro alla porta della biblioteca e noi, tranne quei dieci minuti durante il cambio di guardia, siamo sempre presenti”.

Mario non mostrò interessamento a quelle parole e guardò l’orologio trepidante: 

“È tardi, mi aspettano a casa”.

“Ciao. Salutami i tuoi genitori”.

“Certamente. Dì a Luca di farsi vedere.”

I tre amici una settimana dopo rubarono il volume che nascosero in un rifugio sotterraneo chiuso da una grata di ferro arrugginita, alta pochi centimetri dal pavimento e poco visibile. Quando però i ragazzi ritornarono sul posto per recuperarlo non trovarono nulla e per il dispiacere non parlarono mai più dell’accaduto.