Ricordi d'infanzia
Ricordi d’infanzia, dove regnava la libertà nella sua baldanza, tra la biblioteca e quella sua stanza i vari argomenti svariavano e alloggiavano in testa, occupandone un cassetto in più del passato della mia memoria.
La voglia di imparare era talmente tanta che le giornate si volatilizzavano nelle lunghe ore, divenuti mesi e poi anni,
ho sempre amato che la cultura penetrasse tra le ossa.
I libri padroneggiavano, leggiadri, chi esili o di spessore,
ma tutti con un alchimia memoriale, mentre si leggevano si rilegavano tra loro,
ogni sensazione arrivava al cuore. Tutti diversi, posti sugli scaffali alti quelli più belli, a volte difficili da raggiungere, un po’ come gli obiettivi della vita, più sono grandi, più ci vuole tenacia e impegno per raggiungere la meta.
C’era sempre quella scala così alta, che impreziosiva il lastricato, era sempre posta davanti alla porta, dava una mano a me così piccolina, la natura non mi ha dato l’altezza, ma tanto amore.
Talmente tanti erano i libri, di ogni genere, più tempo ci stavo, ed ero stregata da tutta
questa bellezza, tanti ne passavano tra le mie mani, di vari interessi, argomenti, culture, che ne lessi
talmente tanti che mi portó poi avanti a scrivere i miei pensieri nei tempi.
Quante giornate trascorse, in queste stanze enormi, dalle pareti alte di sfondo beige, dal profumi di glicine, che in primavere con le finestre aperte penetrava, il rumore del ruscello che sussurrava.
La mia biblioteca, era un caseggiato situata su una grande montagna, all’orizzonte si vedevano le verdi colline e gli alberi di frutto in fiore,
ci si poteva ispirare a storie più fantastiche, di vario genere, era situata in una zona un po’
impervia, la raggiungevo sempre a piedi e tirava sempre un forte vento. Tutto rievocava
l’ antico, dall’odore del legno, i pavimenti in marmo scuro, da grandi mosaici decorati di color bianco e nero, da dipinti fissati sui muri ruvidi, dal drappeggio delle tende dal velluto rosso accesso come le ciliegie, alle statue scolpite sui marmi ancora lucidi, arricchite da tavoli molto lunghi, dove stavamo in dieci in assoluto silenzio, sedie in legno massello con un appoggiatura ricamata con fili dorati.
Biblioteca che tu mi donasti tra le mura il vero significato della vita, scoprendo amori e delusioni, il tuo profumo del sapere, mi intingevi l’anima nella perdizione, creando fantasie e inibizioni, erano solo ideologie, sognando ad occhi aperti.
Tra una sillaba in più, che attirava la curiosità di novità, di cultura e avventura, per la voglia di capire quello che mancava nelle lunghe giornate,
piovose e ostentando tutto questo vivere, nell’insieme che emanavano tutta la coltre di questa cultura.
Quante volte tra le finestre socchiuse entravano i piccoli raggi di flebile luce, in questi grandi saloni, dove tanta conoscenza portarono nel cuore ricordi indelebili.
Tutto quello che ho, è grazie a te biblioteca tra i libri, muri e il tempo che ti ho dedicato lo riportato a tutti i bimbi regalando libri alla biblioteca e alla società.
Proprio grazie a tanti autori precedenti a noi, ho potuto imparare tante cose, scoprire e scorgere nuove situazioni, scoprendo che il passato ritorna.
Questa biblioteca così ampia, a tal punto da innamorarmi delle sue piccole crepe, ritornando indietro al tempo, sono ancora oggi vivi tra le due insenature.
Nella biblioteca dove spesso torno a presentare i miei libri.
Questo mi ha permesso di imparare a scrivere grazie a tanta dedizione e coinvolgimento delle parole.