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La sigaretta

di Rosaria Selicati

Un tempo fumavo. Adoravo il volteggiare del mio respiro nei cerchi fumosi.

    Andavo alla Biblioteca Passerini Landi di Piacenza, ma non mi soffermavo, consegnavo, ritiravo e, fra nuvole di sigarette e fantasia, leggevo a casa. 

    In ogni luogo pubblico vedevo la scritta: “Il fumo nuoce gravemente alla salute”. 

    Dipendenza, sì! Dipendeva da me.  Perché? 

    Per endorfina-re le ore prive di soddisfazioni e piene di preoccupazioni che i libri non acquietavano. Perché non bastavano i confort dispensati dal progresso e non bastavano le bellezze che lo sguardo coglieva del profondo blu del mare, di innevati monti e verdi prati. Perché preferivo seguire il volo dei bigi anelli in direzione della luna, tanto lontana.  

    Il pacchetto, invece, tanto vicino. Apri… eccola…  presa! In attesa della fiamma.

    Bruciava la punta rossa, poi grigia e infine cenere pendula, cascante, sedava ansia e rabbia e… conquistavo il nulla. Incosciente di avere fra le dita: nuvole di fumo.

    Poi ho accolto il suggerimento: “Bisogna mantenere corpo e mente sani”, o quel che rimaneva di ancora sano.   E: “Nel mezzo del cammin della mia vita”, cioè non ‘enta’ di quanto la vita era cortina, ma ‘anta’, ho vinto la dipendenza, guadagnando soldi e salute, cosciente che avevo fra le dita: cenere.

    Ma… arrivò il Covid19.   Io sopravvissuta; lo so, mica solo io, però milioni di persone sono morte. Calamità mondiale non paragonabile ad altre passate. Una pandemia causata da un invisibile microbo mortale che ha bloccato dinamismi, lavori, economia. Inutili armi e rifugi. 

    Paura eh! Paura dell’untore vicino, persino del parente.  Costretti a stare a casa e giustificare con documenti gli acquisti di viveri entro breve distanza; se poi in un certo negozio non si voleva andare, dovevi, l’altro era più lontano.

    Fortunati quelli che avevano un cane.   Pare che i canili abbiano dato cani in affido o in affitto, per necessità di compagnia o per far prendere una boccata d’aria all’affittuario, sfruttando i bisognini del migliore amico dell’uomo. 

    Alcuni lavoratori, autorizzati, hanno continuato con mascherina, guanti e, si pensa, ignote percentuali si sono ammalati e deceduti, ma non sono stati considerati morti sul lavoro. Pure l’Ente Pensionistico ha ricavato guadagni imprevisti, in quanto le vittime preferite dal mostriciattolo sono stati gli anziani pensionati. 

    Morti e malati in proporzioni bibliche.  Il termine biblico dà proprio l’idea di un’apocalittica tragedia anche a chi non ha mai letto la Bibbia; magia del passaparola, che dire magia della conoscenza non è scontato, neanche per quelli che hanno letto la Bibbia. 

    Abituati da anni a essere liberi e in pace, il lockdown, ovvero il ‘confinamento’ (che idea la definizione inglese! Molti, oltre a sentirsi fragili prede, si sono pure vergognati di ignorare il significato), ci ha procurato: nervi a fior di pelle; litigi esasperanti; maggiore desiderio di separazione; isolamento claustrofobico; aumento di povertà; ospedali al collasso e via di seguito. 

     Esauriti la lettura di libri che avevo e con la Biblioteca Passerini Landi chiusa, non avendo neanche un cane, ho ripreso a fumare sigarette.

     Debellato il Covid19 è scoppiata la guerra vera in Ucraina, causata da grandi mostri. 

     Ora posso, andare in Biblioteca a ritirare libri e riprovare a smettere di fumare, anche se taluni uomini di comando continuano a: “Nuocere gravemente agli umani e alla salute della nostra terra”.