La befana
Era una serata buia e gelida; il vento fischiava forte. Laura non pensava certo che una sola e innocua distrazione le sarebbe costata l’avventura più straordinaria della sua vita.
Iniziamo da capo. Era pomeriggio quando Laura, passeggiando con la mamma e la loro cucciola Strenia per le vie del centro, desiderò entrare in Biblioteca. Era il 5 gennaio, faceva un gran freddo e l’aria profumava di neve, era ormai buio e le sale della Passerini sembravano ancora più accoglienti del solito, grazie al calore che solo i libri sanno donare.
Laura si addentrò nei corridoi alla ricerca della sezione dedicata ai libri sulle festività. Non capiva perché ne esistessero tanti dedicati a Babbo Natale, e qualcuno anche a Santa Lucia, ma non trovasse niente sulla Befana! Chissà perché, provava un’innata simpatia per quella vecchina rappresentata sempre così simile a una strega. Le piaceva così tanto che aveva insistito per chiamare la sua Chihuahua col nome della dea da cui aveva letto forse derivava la leggenda della Befana. E proprio per colpa di Strenia, che aveva iniziato ad abbaiare, la madre si era trovata costretta a uscire, lasciando Laura da sola. Non era la prima volta che rimaneva da sola, conosceva le sale e anche il personale presente, ma era la prima volta che veniva dimenticata all’interno all’orario di chiusura! Laura era troppo piccola per avere un cellulare tutto suo e anche troppo silenziosa mentre cercava il libro che avrebbe voluto leggere a tutti i costi. La mamma, distratta da una chiacchiera di troppo, non si era accorta che l’orario era oramai passato e l’unica soluzione era rivolgersi alle Forze dell’Ordine per salvare la sua bambina prigioniera!
Laura, stremata dalla ricerca infruttuosa, dopo aver scelto un’altra lettura, pensando di dover aspettare la mamma, si era messa comoda e sentiva le palpebre sempre più pesanti. Un’adorabile signora molto anziana, mentre leggeva, le aveva toccato la spalla e le si era seduta accanto. Aveva un sorriso luminoso e occhi velati dalla vecchiaia, ma ancora lucenti e vispi. Indossava abiti scuri che sembravano etnici, originari di Paesi lontani e forse anche di un tempo passato. Laura la guardava curiosa e non sapeva se fingere di non averla notata, proseguendo la sua lettura, oppure se chiederle qualcosa.
Fu la signora a parlare per prima: “ciao Laura, grazie.”
Perché la ringraziava? Come faceva a sapere il suo nome? Laura iniziava a essere spaventata, ma soprattutto incuriosita. E così, raccogliendo tutto il suo coraggio, riuscì a dare voce ai suoi pensieri. “Signora, come fa a conoscermi? Per caso è un’amica della mia mamma?”
“Oh Laura, davvero non mi riconosci? Proprio tu che mi cerchi nei libri e tanto sei curiosa di leggere la mia storia? Ora hai capito chi sono? Stasera sono qui vicino a te, pronta a consegnare dolci e carbone, perché il tuo gran cuore mi ha richiamato come un faro nel buio. Non ho potuto resistere all’attrazione e comparire solo a te per ringraziarti. Cercami e io ci sarò, soprattutto nei tuoi sogni…”
“Svegliati Laura, stai bene? Che spavento! Quando mi sono resa conto che era già passato l’orario di chiusura e tu eri rimasta qui dentro ero terrorizzata. Per fortuna questa gentile Agente è corsa in nostro aiuto! Vieni tesoro, andiamo a casa, dobbiamo ancora appendere la tua calza in attesa della Befana.”
Laura era felice di tornare a casa e ancora di più di aver conosciuto la Befana, e in cuor suo sperava che presto la dolce vecchina sarebbe tornata a trovarla in sogno.