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Il segnalibro

di Francesca Tamani

Accendendo il cellulare Noemi restò impietrita. 

Diede uno sguardo all’orologio e, dopo aver ritenuto di essere abbastanza presentabile, uscì di casa. La distanza che la separava dalla biblioteca non era tanta e di solito la percorreva sempre a piedi, con passo lento, immersa nei suoi pensieri e in maglioni abbondanti. Aveva appena smesso di piovere e l’aria era leggera e fresca. 

La “sua” biblioteca, la Passerini Landi, il suo rifugio per l’anima, come amava definirlo, era un luogo bellissimo. Un ampio salone rivestito completamente da scaffali in legno pregiato accoglieva i lettori con i suoi innumerevoli volumi nei quali la ragazza si immergeva per qualche ora ogni giorno per poi riemergere col cuore colmo di una variopinta galleria di sensazioni e la mente affollata di  personaggi che portava con sé nella solitudine della sua casa e della sua esistenza.

Quel giorno Noemi entrando incontrò subito gli occhi cerulei di Enea, il bibliotecario:

“Ciao Noemi, sei venuta per fare un po' di scorta? Dovrai prendere molti di libri visto che per quasi un mese resteremo chiusi”

Noemi non rispose e con un breve gesto della mano gli intimò di stare zitto e di non ricordarle ulteriormente che l’unico posto nel quale si sentiva veramente felice non l’ avrebbe più accolta per un mese. Una vera crudeltà privarla del profumo di quel luogo, impedirle di perdersi per ore tra gli scaffali e attardarsi, fino quasi ad essere scaraventata fuori. 

Noemi era infastidita dal dover scegliere, sotto pressione, una decina di libri che avrebbero rappresentato la sua unica compagnia per il mese di agosto. Di solito li selezionava in base all’ umore del momento, allo stato d’animo di una particolare giornata o in base alla curiosità di approfondire un determinato argomento. Come faceva a sapere quel giorno quali sarebbero state le sue esigenze future?  

Fanno presto “loro” a chiudere per ferie. 

“Sai io parto per Praga lunedì!” disse Enea mentre sistemava un romanzo di Calvino sullo scaffale.   

“ Beato te Enea. Io ho paura di volare, forse potrei raggiungerti in bicicletta” tentò una maldestra battuta poi si accartocciò sulla sedia e sprofondò la testa tra le pagine del libro che stava sfogliando, desiderando di sparire per sempre. 

La biblioteca stava per chiudere, Enea la accompagnò all’uscita e salutandola le infilò tra i libri un segnalibro. Forse la sua battuta non era stata poi così orribile.

Noemi si congedò con la tristezza di un militare che saluta il suo paesello prima di andare in guerra e si diresse verso casa.  

Salì le scale, sistemò i volumi sul tavolo. 

Magritte, il gatto, fece capolino da dietro la tenda e con un balzo salì sulla pila di libri.

Noemi si avvicinò per accarezzarlo ma il felino dispettoso fece un salto sul pavimento facendo cadere tutti i volumi creando grande scompiglio. La ragazza fece per sistemare quel disordine e rimettere a posto i libri quando vide uno strano pezzo di carta sul pavimento. Sarà il segnalibro, pensò. Forse sarà caduto da qualche libro.  Si avvicinò, guardò meglio.  No. Non era un foglietto di carta qualsiasi. Nemmeno un segnalibro. Era un biglietto aereo.   

Praga. 

Enea

Si alzò di scatto e realizzò. Loro. Noemi ed Enea. Due entità apparentemente incolore che si incrociavano quotidianamente in biblioteca tra gesti silenziosi, lenti, attenti.  

“Si prega di allacciare la cintura di sicurezza.”

Enea, stringendo la mano di Noemi  prima del decollo postò un ultimo annuncio:

“ La Biblioteca è chiusa per ferie. ”