Il libro di Ana
"Vestiti che tra poco andiamo in biblioteca!"
"Uffa mamma! Io non ci voglio andare!"
"Lamentati quanto vuoi, tanto ci andremo comunque!”
Io odiavo qualsiasi posto che contenesse dei libri. Io, Anastasia Romano, undici anni, non sapevo né scrivere né leggere. Mi ero sempre rifiutata di imparare, perché troppo noioso e complicato e per questo mia mamma mi portava ogni mercoledì alla Biblioteca Passerini-Landi. Misi i primi vestiti che trovai e scesi le scale. Non mi interessava quello che le persone pensavano di me in quel posto, perché io lì non c'entravo niente. Ma un motivo per cui continuavo ad andare c'era, in realtà.
Dalla prima volta in cui avevo messo piede in Biblioteca c'era stato solo un libro di cui avevo desiderato sapere il contenuto: si trovava nella Sezione Young e aveva catturato la mia attenzione perché era sempre su un leggio. Era grande e rosso, ma sembrava che solo io ci vedessi stampate delle parole. Vedevo le lettere ma non sapevo leggerle e tutte le volte che chiedevo a mamma di farlo per me, mi diceva di rimetterlo a posto perché non c'era scritto niente. Ma io ero sicura che ci fossero.
Quando varcai la soglia della Biblioteca mi diressi subito nella stanza del "mio" libro. Era vuota a parte un ragazzo che lo stava leggendo. Quindi anche qualcun altro vedeva le parole su quel libro!
" Scusa - lo disturbai - anche tu vedi che quel libro non è vuoto?"
"Anche tu?" mi rispose.
"Sì, so che c'è una storia in quel libro, ma non so leggere e quindi non so di cosa parla".
Lui alzò il viso rivelando occhi spettacolari, quasi viola.
"Mi chiamo Axel e tu?" mi chiese stringendomi la mano
"Anastasia, o meglio, Ana".
"Allora Ana, dato che sembriamo gli unici a vedere che questo libro racconta una storia, ti va se ti insegno a leggere?".
Volevo a tutti i costi sapere cosa c'era scritto. La curiosità rispose al posto mio "Va bene, quando iniziamo?"
"Subito se vuoi".
Quel pomeriggio stavo facendo qualcosa di inimmaginabile: imparavo a leggere. Non l'avrei detto a nessuno, prima volevo leggere il libro misterioso. Notai che Axel non parlava mai di sé. Pensai non fosse di Piacenza perché non l'avevo mai visto, ma sembrava conoscere la Biblioteca meglio di tutti. In un paio di mesi imparai a leggere e scrivere. Axel diventò il mio migliore amico. Andavo in Biblioteca molto spesso e lui era sempre lì, come se sapesse quando sarei arrivata.
La Passerini-Landi divenne il mio luogo preferito, non mi stancavo mai di andarci. Con Axel avevo iniziato a leggere alcuni libri, semplici e per bambini, ma era un inizio. Un anno dopo il nostro incontro mi disse che ero pronta a leggere il Libro Rosso, ma che dovevo aspettare la volta dopo. Prima di andare mi salutò con un abbraccio, non l'aveva mai fatto. Il giorno in cui avrei scoperto cosa c'era sul Libro Rosso, mi preparai al meglio. In Biblioteca non c'era traccia di Axel, strano, ma andai comunque al Libro. Notai che non aveva titolo e le prime pagine erano bianche. Arrivai alla terza pagina: "Leggimi tutte le volte che vorrai smettere di leggere o di scrivere e pensa a tutta la bellezza contenuta nei libri.", citava. Lo lessi tutto, immaginando la voce di Axel. Raccontava di come avevo iniziato a leggere fino a quel giorno, in cui avevo letto il primo libro da sola.
"Il libro è tuo Ana, ricordati di me quando dovrai trovare le parole giuste. Il tuo migliore amico, Axel."
Chiusi il libro ed comparve il titolo: "Il libro di Ana". Da quel momento la Passerini-Landi divenne la mia seconda casa.
Racconto terzo classificato per la Sezione Young
Contest di scrittura Storie di Biblioteca