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Quotidiano Libertà

Alcuni cenni storici del quotidiano di Piacenza, in edicola dal 1883.

Ritaglio di pagina di quotidiano

Un Tic tac di Buon Augurio

La storia del quotidiano "Libertà" si lega strettamente a quella della famiglia Prati e alle vicende di una città che, nelle sue pagine, ha trovato riflessi accadimenti, opinioni e cronache.
Fu Ernesto Prati (Mottaziana di Borgonovo, 1853- Piacenza, 1920) a maturare l'idea di dar vita ad un nuovo giornale che andò ad arricchire il panorama giornalistico piacentino. A Piacenza già stampavano "Il Progresso" e "Il Piccolo", oltre ad altri periodici più occasionali, come “La Voce del Paese” e “La Stella”.
Ernesto Prati guidò questa testata per quasi quaranta anni, trasformandola profondamente, anche dal punto di vista grafico e tipografico, seguendo moderni criteri imprenditoriali.
Il primo numero del quotidiano "La Libertà" fu pubblicato il 27 gennaio 1883 (nel 1893 prenderà il titolo di "Libertà"). Il giornale, con sede amministrativa in via San Pietro 13, era composto nella tipografia Sociale presso Palazzo Ceresa Costa, in via San Lazzaro 80, l'attuale via Roma, rapidamente trasformata in stamperia propria (dal 1898 con la denominazione Stabilimento Tipografico Piacentino) con ubicazione in via Dritta 20. Il giornale nasceva quindi nel cuore della città.
Quale responsabile firmò il primo numero del giornale Marco Rossi. Tra i primi redattori del quotidiano, che costava 10 centesimi, figuravano Ettore ed Amedeo Bianchi, Pio Bertolasi, Ormsda Jelmoni, Antonio Bolla e Fratus De Balestrini.
La composizione dei caratteri fu effettuata, per i primi decenni, a mano, fino all'arrivo della linotype.
Nel 1911 la sede venne trasferita in via Romagnosi 80, poi negli anni Venti la famiglia acquisì la sede, ove si trova tutt’ora di via delle Benedettine.
Alla morte del fondatore, nel 1920, la direzione passò nella mani di Filiberto Prati (Piacenza, 1888 – Piacenza, 1944). Il 2 gennaio 1927 il giornale venne accorpato al foglio "La Scure" divenendo "La Scure – Libertà", sotto la direzione del podestà di Piacenza Bernando Barbiellini Amidei. Dopo un brevissimo periodo (agosto-settembre 1943) nel quale, sotto la direzione di Filiberto Prati, il giornale riprese le pubblicazioni con la testata "Libertà", il quotidiano "La Scure" proseguì le uscite fino al 13 maggio 1944, data in cui la sede di via delle Benedettine venne distrutta a seguito di un pesante bombardamento aereo.
Terminata la seconda guerra mondiale, il quotidiano riprese le sue pubblicazioni il 22 agosto 1945 sotto la direzione di Ernesto Prati, nipote del fondatore, che ha tenuto la guida del quotidiano fino alla sua scomparsa, nel 1994, affiancato, per quanto riguarda la parte amministrativa, dal fratello Marcello, deceduto nel 1982. Il quotidiano ha continuato la sua attività, adeguandosi anche ai nuovi sviluppi tecnologici.
Attualmente il quotidiano dell'Editoriale Libertà è diretto da Pietro Visconti.

Pubblicità del quotidiano Libertà apparso in Nuova Guida di Piacenza, Piacenza, Foroni 1908:

Pubblicità del quotidiano Libertà apparso in Nuova Guida di Piacenza, Piacenza, Foroni 1908

Curiosità. Un tic tac di buon augurio

La ripresa del secondo dopoguerra non fu certo facile. Il 21 agosto 1955 Giulio Cattivelli, tra le prima firme della “ripresa”, scrisse un brillantissimo articolo dal titolo “La mia esperienza cominciò in un’afosa sera d’agosto”, che qui riproponiamo.
Come ricorda il critico cinematografico, che, per decenni fu prezioso collaboratore del giornale, «La prima della Libertà della resurrezione postbellica nacque su un tavolo della tipografia, anzi sul tavolo perchè in tipografia c’era solo quello e intorno alla tipografia solo macerie… (..). Era un’afosa sera di Agosto, dagli squarci dei finestroni senza vetri i passanti si fermavano a curiosare, attratti dal rumore delle macchine, un tic tac di buon augurio».

Articolo “La mia esperienza cominciò in un’afosa sera d’agosto”, Libertà, 21 agosto 1955:

Articolo di Libertà del 21 agosto 1955