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Difendere l'indifendibile

L'analisi di un'economia di mercato alternativa, generata da alcune attività delle quali la società probabilmente non potrebbe fare a meno...

Non l'onesto imprenditore, l'avveduto risparmiatore o l'integrato professionista, ma la prostituta, il ruffiano, il ricattatore, lo spacciatore, lo speculatore, l'usuraio, il latifondista, il falsario, l'ereditiero, l'avaro, il crumiro, il locatore di tuguri, il capitalista, il contrabbandiere, oltre a un discreto ventaglio di figure di abusivi urbani (posteggiatore, tassista, bagarino, venditore ambulante).

Ecco l'analisi di un'economia di mercato alternativa, generata da alcune attività delle quali la società probabilmente non potrebbe fare a meno. Block assolve, in nome del libero scambio e dell'utilità ritratta da un accordo consensuale, tutta una serie di professioni arbitrariamente assimilate a quella che altro non è se non la parte sommersa di molte relazioni d'affari. Guardando agli investimenti che queste attività generano, alla redditività dei capitali impiegati e all'interesse diacronico che le rende necessarie al di là della loro pericolosità, della perversione che suggeriscono o del biasimo di un certo neglettismo conformista, un'economia libertaria o almeno veramente liberale avrebbe tutto l'interesse ad una sostanziale deregulation di questa materia. La nostra società, allora, così innegabilmente deformata da tante imperfezioni economico-sociali, dovrebbe riconoscervi almeno una parte della legittimità che integralmente le nega: se non altro in nome della libertà individuale, intesa come facoltà di poter decidere come disporre dei propri beni, del proprio corpo e del proprio tempo. È soltanto la libertà il bene più prezioso da tutelare.

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Difendere l'indifendibile di Walter Block, Liberilibri, 2010

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