Guerra partigiana
Guerra partigiana. Considerazioni e testimonianze di un soldato ci fornisce “uno sguardo di straordinario interesse sulle vicende resistenziali e della storia d’Italia” - L. Alessandrini
“Dopo 80 anni ancora parliamo di Resistenza? Ha senso?” ci si potrebbe chiedere. La risposta è sì, ha senso. Anche perché questo libro presenta un’analisi del fenomeno resistenziale fatta a caldo da un professionista delle armi che ha saputo guardare a quel periodo con occhio tecnico, scevro da qualsiasi intendimento apologetico. Si tratta di quanto scritto guerra durante (1944) o nell’immediato dopoguerra (1950) da un ufficiale di carriera che non ha esitato a mettere a nudo i limiti della guerra partigiana che lui aveva combattuto. Lontano dalle esaltazioni del mito resistenziale e da una lettura della guerra civile asservita a obiettivi politici di diverso colore, l’Autore fornisce una descrizione asettica del fenomeno partigiano, concentrandosi soprattutto sulla sua valenza militare. Lo stile è diretto, essenziale, privo di fronzoli, crudo anche perché gli scritti che si riportano non erano destinati alla pubblicazione, ma erano relazioni e studi elaborati per i suoi superiori militari dell’epoca. Si tratta, infatti, di una analisi a tratti spietata della guerra partigiana fatta da un protagonista che non si preoccupa di abbellire alcunché. Oltre alla memoria del proprio vissuto resistenziale, consegnata alla forma asciutta del rapporto, l’Autore ci propone una lettura della Resistenza di grande interesse, che non si arresta alla fine della guerra in Italia, ma ne trasferisce gli ammaestramenti nel contesto della contrapposizione bipolare che già si stava delineando.
Introduce l'incontro: Maurizio Dossena, storico e dirigente scolastico piacentino in pensione.
Intervengono: Antonio Li Gobbi e Luca Alessandrini.
Alberto Li Gobbi (1914-2011), uno dei militari italiani più decorati della II Guerra Mondiale, ebbe un ruolo fondamentale nella Resistenza (cui partecipò nelle diverse vesti di agente dei servizi informazioni alleati, comandante partigiano, condannato a morte detenuto in campo di concentramento e comandante di unità regolari dell’esercito italiano). Dopo la guerra, lasciato il servizio, per due anni (1945-47) collaborò con la comunità ebraica per aiutare i profughi ebrei europei a raggiungere Israele, forzando il blocco imposto dai britannici. Rientrato in servizio, raggiunse il grado vertice di “Generale di Corpo d’Armata con incarichi speciali”. In pensione fu apprezzato collaboratore del Giornale di Montanelli.
Nel 1948 Ferruccio Parri scrisse di lui: “Grazie alla sua opera potemmo anche disporre dei primi campi di lancio in Piemonte. Egli svolse nelle condizioni di particolare difficoltà e pericolosità dell’inverno 1943-44, in una vasta zona comprendente Piemonte, Lombardia e Liguria, mansioni organizzative e di comando molto superiori a quelle del suo grado e le svolse in modo lodevole, dimostrando coraggio, perizia e capacità di comando non comuni”.
Antonio Li Gobbi è un militare in pensione. In servizio ha operato con l’ONU in Siria e Israele e con la NATO in Bosnia, Kosovo e Afghanistan. In ambito nazionale è stato Capo del reparto operazioni del Comando Operativo di Vertice Interforze e Comandante del Genio e Ispettore dell’Arma del Genio, incarico nel quale ha avuto alle dipendenze il Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Ha operato per vari anni in comandi NATO ed è stato Direttore delle Operazioni dello Stato Maggiore Internazionale della NATO a Bruxelles. E’ presidente del Centro Studi Storico-Militari e Geopolitici di Bologna.
Luca Alessandrini si è occupato di beni culturali, studi storici e didattica della storia, in particolare per il periodo del dopoguerra e della violenza politica nel XX secolo. Interessato alla museografica della storia contemporanea, ha curato numerose mostre a carattere storico e mostre di arte contemporanea connesse al rapporto tra espressione artistica, storia e memoria. Ha collaborato con la Comunità Ebraica di Bologna anche per la realizzazione del Memoriale della Shoah, per il quale è stato membro del Comitato tecnico. È stato direttore dell’Istituto Storico Parri Emilia-Romagna dal 1992 al 2020. Ha progettato e curato la realizzazione del Museo della Resistenza di Bologna, di cui è stato Direttore dalla sua istituzione, dal 2006 al 2022.